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il Sapone di Aleppo

Dall'alba della civiltà, gli alberi di alloro e l'olio di alloro sono conosciuti come pianta magica per i suoi grandi benefici.

Il sapone di alloro (sabun ghar) è il nome dato al sapone fatto a mano a base di olio d'oliva e olio di alloro, ed è uno dei più importanti prodotti siriani autentici trovati nella città di Aleppo fin dai tempi antichi.

Aleppo è famosa oltre che per le vicissitudini della guerra in atto dal 2010 soprattutto per questo sapone naturale, caratterizzato da ingredienti naturali e una produzione che impiega circa 10 mesi.

La fama del sapone di Aleppo ha raggiunto l'Europa diversi secoli fa: l'industria del sapone di alloro è stata associata alla città da quando i suoi abitanti hanno iniziato a esportarlo nel mondo circa 1200 anni fa.

La produzione di questo sapone resta invariata nei secoli e si tramanda di padre in figlio come un tesoro da custodire gelosamente. La famiglia Jalal (da qui le iniziali del nome Janapp) è una delle poche famiglie riconosciute in Siria ad avere il sigillo per poter produrre e timbrare il sapone da svariati secoli.

Ma come viene prodotto questo sapone?

La procedura che si ripete di anno in anno nei mesi che vanno da dicembre a marzo, è meticolosa ed ogni minimo errore si ripercuote sulla qualità dei saponi. Ecco perché i mastro saponai sono ritenuti dei veri e propri alchimisti.

 

Si versano sette barili di acqua sul fondo di un miscelatore, una cisterna circolare con una capacità di circa 6000 litri, in modo che l'olio versato in seguito non si attacchi al fondo della cisterna di rame con il risultato di un olio bruciato. Si accende il fuoco sotto il miscelatore e quindi si aggiungono circa 700 kg di "soda" diluita con quattro barili di acqua filtrata dalle impurità. Quindi inizia il processo di riscaldamento dell'acqua nel miscelatore, dopo circa 10 minuti vi si aggiunge l’olio di oliva e in seguito quello di alloro.

Questo processo di riscaldamento viene effettuato con la rotazione del miscelatore fino a quando gli elementi non vengono miscelati a dovere con il ​​fuoco a  200° C, e il processo perdura per circa mezz'ora. Dopodiché si ferma la rotazione del miscelatore e si ritira l'acqua dal fondo del miscelatore tramite un rubinetto. La rimozione dell’acqua continua fino a quando non scorre l'olio dal rubinetto.

Quindi il giorno successivo  si riaccende il fuoco in modo che il calore si estenda a tutte le parti della miscela e azioniamo il miscelatore per sette minuti e arrestiamo di nuovo il processo di miscelazione a caldo ripetendo la procedura tre volte onde evitare il bruciarsi dell’olio che inizia a saponificare. L'acqua estratta in precedenza viene immessa di nuovo nella cisterna per garantire una corretta saponificazione degli oli e riestratta in quantità minore(parte dell’acqua evapora) come nel precedente passaggio.

Il terzo giorno prima dell'inizio del processo di accensione del fuoco e della circolazione ritiriamo l'acqua residua sul fondo del miscelatore  fino a quando non notiamo la presenza di sapone nell'acqua, quindi arrestiamo il processo di scolatura. 

 

Nella prima fase è stata interrotta l'aspirazione dell'acqua quando si notava olio, ma il terzo giorno abbiamo fermato l'aspirazione dell'acqua perché abbiamo notato la presenza di una crema. Pertanto, gli oli hanno raggiunto una totale saponificazione.

Una fase importantissima post produttiva consiste nell’assaggiare la crema di sapone e, se si avverte un piccolo bruciore sulla punta della lingua ciò sta ad indicare una presenza eccessiva di soda, quindi viene aggiunta dell’acqua ulteriore e riscaldata la miscela per raggiungere una percentuale inferiore a 1,30% di soda.

 

Ora il sapone ha un sapore dolce e può essere quindi steso per farlo riposare 24 ore.

Dopo la distensione della miscela ci poniamo su una pedana chiamata "dado" per tagliare inizialmente longitudinalmente e poi perpendicolarmente la colata in modo da ottenere la forma della saponetta. Questo processo non essendo macchinizzato conferisce l'irregolarità della forma del sapone, ora arriva il processo di "bussare" il sigillo della famiglia e questo viene fatto manualmente, e poi lo step successivo consiste nel creare torri circolari di sapone dove gli spazi tra una saponetta e l'altra servono per arieggiare i saponi stessi e fornirgli le giuste condizioni per un ottima stagionatura. 

I nove mesi dopo la produzione sono sufficienti per garantire una buona stagionatura, questo tempo aiuta a far evaporare l'acqua dal sapone anche se ne rimarrà sempre una presenza in esso di circa 8/15 % di acqua.

 

Un altro tipo di sapone prodotto non prevede l'olio di alloro e viene usato per la pulizia quotidiana delle mani o del bucato, esso viene chiamato Baladì cioè popolano, questo perchè prevede un costo inferiore rispetto ai saponi arricchiti con l'alloro. 

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